marți, 26 octombrie 2010

Cultura spirituale/grande personalita

Mircea Eliade

Mircea EliadeMircea Eliade (Bucarest, 13 marzo 1907 – Chicago, 22 aprile 1986) è stato uno storico, scrittore e antropologo rumeno. Uomo di cultura vastissima e di straordinaria erudizione, grande viaggiatore, parlava e scriveva correntemente otto lingue: rumeno, francese, tedesco, italiano, inglese, ebraico, persiano e sanscrito.
Figlio di un capitano dell’esercito, a 14 anni pubblicò il suo primo romanzo, Come ho scoperto la pietra filosofale. Nel 1925 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia all’università di Bucarest. Furono, quelli, anni di incontri e di viaggi: Emil Cioran (che nel 1986 gli dedicherà uno dei suoi Exercises d’admiration) e Eugène Ionesco, con i quali mantenne una lunga amicizia; due soggiorni in Italia nel 1927 e nel 1928; e infine, dopo la laurea in filosofia con una tesi su La filosofia italiana da Marsilio Ficino a Giordano Bruno, una borsa di studio per studiare a Calcutta la filosofia indiana con Surendranath Dasgupta.
L’incontro con la cultura italiana da parte di Mircea Eliade è consacrato da un autore, Giovanni Papini, per leggere le opere del quale iniziò a studiare l’italiano. Eliade, conquistato dalle pagine di Un uomo finito nelle quali si identificò profondamente, conserverà sempre una sconfinata ammirazione per lo scrittore fiorentino.
Il viaggio in India durò dal novembre 1929 al dicembre 1931, avendo come sede principale Calcutta (dove Eliade cominciò a studiare il sanscrito), ma comprendendo anche un viaggio e soggiorno in un ashram dell’Himalaya. L’esperienza e gli studi di questo periodo e lo stretto contatto con le religioni dell’India influenzarono e orientarono profondamente il suo pensiero. Fu qui che preparò la sua tesi di dottorato, discussa a Bucarest nel 1933, pubblicata a Parigi nel 1936 con il titolo Yoga, essai sur les origines de la mystique indienne, che diventerà poi Lo yoga, immortalità e libertà.
Dal 1933 al 1940 insegnò filosofia all’università di Bucarest e svolse un’intensa attività editoriale, pubblicando vari romanzi e saggi. Fu in questo periodo che, per la sua amicizia con Nae Ionescu, si legò all’organizzazione di estrema destra la “Guardia di ferro” (formazione nazionalista rumena fondata da Corneliu Zelea Codreanu).
Nel 1940 Eliade viene nominato consigliere culturale dell’ambasciata rumena, prima a Londra poi, dal 1941 fino al settembre 1945 a Lisbona. Alla fine della guerra è a Parigi che diventa la sua residenza di riferimento fino al 1956. Qui insegna, scrive, ha contatti fittissimi con università e intellettuali di vari paesi (invitato da Jung comincia a partecipare alle conferenze di Eranos nel 1950), ma conduce sostanzialmente una difficile vita da esule.
Dal 1957 la sua attività ufficiale fu di professore di storia delle religioni all’università di Chicago, ma nel frattempo continuò a viaggiare moltissimo, a pubblicare (quasi tutto in Francia) e a svolgere fittissime attività accademiche. Dal 1960 al 1972 diresse, insieme a Ernst Jünger, la rivista di storia delle religioni Antaios, pubblicata dall’Editore Klett di Stoccarda.
Morì a Chicago il 22 aprile 1986, un mese dopo l’uscita, a Parigi, dell’ultima raccolta di saggi, Briser le toit de la maison.
La sua eredità letteraria fu raccolta dal suo allievo Ioan Petru Culianu, che però morì misteriosamente assassinato in una toilette dell’Università di Chicago nel 1991.
Al centro del pensiero di Eliade c’è il concetto di mito come ierofania (apparizione / rivelazione del sacro). Il mito è un atto di creazione dello spirito indipendente dalla storia, ma che anzi fonda esso stesso la storia, e che nel corso della storia si ripete e ritorna ciclicamente. La storia delle religioni è quindi storia delle ierofanie che si ripetono nel tempo dell’uomo, riproponendovi l’alternanza sacro / profano (sia nel tempo - con le feste - che nello spazio - con i “centri del mondo”) e riattualizzando per questa via i miti primordiali.
Articoli su Mircea Eliade:
Luca Leonello Rimbotti, Fascismo e cultura: il caso rumeno.
Gianfranco Bertagni, Il simbolo in Mircea Eliade (1) (2).
Claudio Mutti, Una tragedia di Mircea Eliade.
Claudio Mutti, Eliade e l’Olocausto.
Alfredo Cattabiani, Eliade, il sacro ai raggi X.
Centro Studi La Runa, Cenni biobibliografici su Mircea Eliade.

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